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La copia pittorica a Napoli tra ‘500 e ‘600

28,50

Produzione, colllezionismo, esportazione

a cura di David García Cueto e Andrea Zezza

Roma, 2018, formato cm 17×24, pag. 200

ISBN 9788875753122
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Descrizione

Il progetto Copimonarch, pensato e diretto da David García Cueto, si è posto l’obiettivo di studiare il fenomeno della copia pittorica nell’ambito vasto e complesso delle tante realtà territoriali riunite dalla monarchia ispanica, tra il XVI e il XIX secolo: in questo volume viene esaminato in rapporto a Napoli e ai suoi artisti. Nel contesto “imperiale” la copia ha poi un significato speciale: alimenta lo sviluppo della pratica del collezionismo, che già sul finire del XV secolo si andava affermando come modello di comportamento proprio dei signori, dei dotti e degli uomini di gusto, e nel corso del Cinquecento e poi nel Seicento porta ad una notevole crescita della domanda di dipinti e di oggetti d’arte.
In Italia i funzionari spagnoli, forti della nuova posizione politica e sociale conquistata, acquisiscono volentieri opere dei paesi tradizionalmente riconosciuti come leader della creazione artistica, le Fiandre e l’Italia: originali, certo, ma in alternativa a questi anche copie.
Sono poi le copie pittoriche a garantire la conoscenza e la diffusione delle immagini dei sovrani e, per le famiglie più importanti, che spesso si allargano e si diramano su una dimensione continentale, quella dei parenti lontani, così come sono spesso copie pittoriche a permettere, insieme alle stampe, la diffusione di culti legati a singole immagini, sopratutto della Vergine, ma anche la diffusione delle “vere effigie” dei nuovi santi dell’età della controriforma.
Napoli ha un ruolo non secondario in questi processi, un ruolo che i contributi presenti in questo libro si sono proposti, se non di esaminare in dettaglio, almeno di scandagliare in diverse direzioni. Partecipano infatti autori di diversa esperienza ed estrazione, che affrontano l’argomento da molteplici punti di vista, e con metodologie di approccio molto diverse, mostrando bene la complessità del tema: si parla della pratica del copiare, vista nei suoi aspetti pratici, della fortuna collezionistica delle copie, del loro uso e della loro diffusione, delle difficoltà che pongono oggi agli studi; si scandaglia “a fondo” in direzione dell’opera di artisti particolarmente coinvolti nell’esplosione del fenomeno nel secolo XVII, nella traiettoria che va da Caravaggio a Luca Giordano, passando per gli amici nordici del primo, come Finson, e per i suoi più precoci seguaci, come Carlo Sellitto e Battistello Caracciolo, e poi per maestri come Ribera e Vaccaro.
Questo studio “napoletano” è solo una tappa di un percorso più vasto, che ha trovato altri momenti di riflessione su diversi aspetti del fenomeno in convegni tenuti a Lisbona, Bruxelles, Madrid, Mendrisio e Granada nei tre anni passati.

Saggi di: Encarnación Sánchez García; Andrea Zezza; Angela Cerasuolo; Maria Cristina Terzaghi; Marco Cardinali; Giuseppe Porzio; David García Cueto; Milena Viceconte; Ida Mauro; Miguel Hermoso Cuesta.
Bibliografia, Indice dei nomi

David García Cueto è professore associato di storia dell’arte presso l’Università di Granada. Nei suoi studi si è occupato prevalentemente dei rapporti artistici e culturali tra l’Italia e la Spagna nel Seicento, con attenzione particolare allo stato pontificio e al regno di Napoli.
Tra le sue pubblicazioni si può ricordare la monografia Seicento boloñés y Siglo de Oro español (Madrid 2007).
Dal 2015 è direttore del progetto nazionale spagnolo di ricerca Copimonarch. La copia pictórica en la Monarquía Hispánica (siglos XVI-XVIII), del quale questo volume è uno dei primi risultati.

Andrea Zezza è professore associato di storia dell’arte moderna presso l’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’. Ha condotto studi sulla pittura italiana dal XV al XVII secolo, con particolare attenzione all’Italia Meridionale, e sulla letteratura artistica sei e settecentesca.
Tra le sue pubblicazioni principali si possono ricordare la monografia Marco Pino. L’opera completa (Napoli 2003) e l’edizione commentata delle Vite de’ pittori scultori e architetti napoletani di Bernardo De Dominici, [Napoli 1742-1745], curata con Fiorella Sricchia Santoro, Napoli 2003-2014, (2.a ed. 2016).