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Pietro Bracci architetto del ‘Buon Governo’

28,50

Professione e servizio pubblico nel primo Ottocento pontificio

di Iacopo Benincampi, Emanuele, Gambuti

Roma, 2023, formato cm 17×24, pag. 228, illustrazioni a colori e in bianco e nero

ISBN 9788875754273

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Descrizione

All’indomani delle guerre napoleoniche, il cui travagliato svolgimento aveva portato per la prima volta nella sua storia alla destituzione dello Stato della Chiesa, il governo pontificio cercò di avviare un integrale processo di modernizzazione della nazione: una decisione spinta tanto dal desiderio di rilanciare la produzione interna, quanto imposta dalla necessità di placare i diffusi malumori sociali.
A sovrintendere alle opere ad usum publicum – ovvero strade, ponti, porti, mura cittadine, porte urbiche, dogane, prigioni e grandi sistemazioni idrauliche – venne istituito il Consiglio d’Arte quale ufficio di consulenza permanente al servizio dei dicasteri papali. In questo rinnovato rapporto di stretta sinergia fra politica e professione, centrale si pose dunque il ruolo di alcune figure di raccordo che, al soldo degli uffici curiali, svolsero mansioni alle dipendenze di entrambi gli organi direzionali.
Tale fu il caso di Pietro Bracci iuniore (1779-1839), figlio di Virginio (1737-1815) e nipote dell’omonimo celebre scultore (1700-1773): un intendente che, «Architetto della Sagra Congregazione del Buon Governo» e poi anche ingegnere sotto-ispettore «al servizio straordinario» del Consiglio d’Arte, coordinò una enorme quantità di opere fra la fine del Settecento e i primi decenni del XIX secolo, redigendo una moltitudine di relazioni utili per ricostruire la dialettica allora esistente fra potere centrale e realtà periferiche precisamente sotto il profilo dell’architettura.

Iacopo Benincampi, architetto e dottore di ricerca in storia dell’architettura abilitato alle funzioni di professore associato, è autore di diverse monografie e studi specialistici sullo sviluppo dell’architettura fra Settecento e Ottocento. Più volte assegnista di ricerca, attualmente insegna “Storia dell’architettura” presso l’Università di Roma Tre.

Emanuele Gambuti è architetto e dottore di ricerca in storia dell’architettura. I suoi studi si concentrano in particolare sugli arredi liturgici, nelle loro declinazioni in età barocca e tardobarocca, nonché sugli aspetti liturgici e funzionali delle cripte e delle confessiones. Attualmente insegna presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Napoli.