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Il Liber Amicorum di una gentildonna meridionale

19,00

a cura di Antonio Rodinò di Miglione

Roma, 2021, formato cm 24×17, pag. 104, illustrazioni a colori e in bianco e nero

ISBN 9788875753870

 

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Descrizione

Si tratta della trascrizione – commentata dai saggi di Giorgio Marini, Antonio Rodinò di Miglione e Giancarlo Rostirolla – di un manoscritto contenuto in un Album conservato all’Istituto Centrale Grafica. A prima vista può esser preso come uno di quegli ‘album dei pensieri’ che usavano tenere le giovani signore di buona famiglia nell’800 e ancora fino ai primi decenni del’ 900; ma nel suo caso è forse meglio definirlo – con un tono più elevato – Liber amicorum. Appartenuto a Teresina Miceli, vissuta a Napoli in epoca risorgimentale, non contiene infatti i soliti pensieri pii, colti o un po’ pettegoli scritti alle amiche del cuore, ma disegni, pensieri in prosa, poesie, spartiti musicali, raccolti tra il 1843 e il 1888 circa, che come vedremo sono testimonianza della vivacità intellettuale della Napoli del periodo risorgimentale.

Teresina Miceli frequenta personaggi che contano nella cultura e nella vita sociale della sua Napoli, per di più accomunati da sentimenti liberali, oltre a stranieri di passaggio, soprattutto scienziati. Sono questi personaggi che a partire dall’autunno del 1843 iniziano a scrivere nell’album ‘pensieri’, originali o ripresi da loro opere: brani di prosa, poesie, musiche, talvolta ispirati a Teresina e comunque a lei dedicati, o semplici frasi d’omaggio e di ricordo; nei contributi spiccano, tra i tanti, i nomi (e gli autografi) di Francesco De Sanctis, Pasquale Galluppi, Alphonse de Lamartine, Giacomo Zanella, Giosuè Carducci, Gaetano Donizetti, Saverio Mercadante e di tanti intellettuali e patrioti meridionali, in particolare di insorti dei moti di Napoli del 1848, che lei, con disinvolto coraggio, va a visitare.