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La lettera rubata

19,00

Segni speciali e immagini simboliche nei codici di Cassiodoro

di Fabio Troncarelli

Roma, 2020, formato cm 15×21, pag. 168, illustrazioni a colori e in bianco e nero

ISBN 9758875753474

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Descrizione

I codici delle opere di Cassiodoro sono ricchi di segni speciali, di immagini mnemotecniche e di una serie di indicazioni paratestuali che l’autore raccomanda esplicitamente. Questo apparato che accompagna i testi ha la funzione di indirizzare il lettore e di introdurlo in un mondo a sé stante. La biblioteca che Cassiodoro propone ai suoi monaci è un “Teatro della Memoria”, un luogo in apparenza misterioso ma assai ben organizzato al suo interno: una sorta di palazzo incantato dove chi entra accede come un iniziato neoplatonico ai vertici della Saggezza attraverso un itinerario scandito dall’apprendimento lento e sicuro dei fondamenti di ogni dottrina e della teologia. In questo modo l’adepto raggiunge una totale indipendenza nei confronti del mondo caotico che lo circonda: protetto dalla sua biblioteca e dal suo sapere sempre accessibile, affronta impavido i marosi dei tempi nuovi, sicuro come un pesce nell’acqua, quegli stessi pesci che erano presi a modello di vita e di vitalità dalla fondazione di Vivarium, il cui nome alludeva proprio ai vivai dove pullulano i figli del mare.

Fabio Troncarelli ha insegnato Paleografia nell’Università di Roma, Firenze e Viterbo. Ha tenuto seminari alle Università di York, di Murfreesboro e di Urbana Champagne (USA), a Toronto, a Girona e Alcalà de Henares, a Ginevra, all’École des Hautes Études di Parigi. Tra le sue numerose pubblicazioni: Tradizioni perdute. La Consolatio Philosophiae nell’alto Medioevo (Padova, 1981); Vivarium. I libri, il destino (Turnhout, 1998); L’ombra di Boezio: memoria e destino di un filosofo senza dogmi (Napoli, 2013); L’antica fiamma: Boezio e la memoria del sapere antico nell’Alto Medioevo (Roma, 2017). Ha curato la traduzione della Consolazione della Filosofia di Boezio (Milano, 2019). Dirige la rivista di paleografia “Litterae Caelestes”.