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IWEIN

33,25

nel manoscritto B.R. 226 della Biblioteca Centrale di Firenze

di Hartmann von Aue

a cura di Maria Rita Digilio

Roma, 2015, formato cm 17×24, pag. 344

ISBN: 9788875751883
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COD: 9788875751883 Categorie: ,

Descrizione

Redatto in una zona liminare del dominio linguistico tedesco quando il Medioevo è al suo crepuscolo, il manoscritto ora alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze perpetua la fortuna di due tra i massimi capolavori del romanzo cortese tedesco, Tristan di Gottfried von Straburg e Iwein di Hartmann von Aue. Si deve probabilmente a un nobile boemo vissuto all’inizio del XIV secolo la committenza di un codice che fu letto frequentemente, come indicano i chiari segni di usura sul primo e sull’ultimo foglio di ciascun romanzo. àˆ probabile che il committente del manoscritto traesse dalla lettura di quei romanzi il diletto dell’evasione ma è anche lecito supporre che egli riuscisse a scorgere in quelle articolate vicende di dame e cavalieri – e se ne compiacesse – l’incrinatura di un mondo di ideali cortesi che preludeva alla nascita di una società  nuova nella quale egli stesso ambiva a svolgere un ruolo. Vero è anche che il codice fiorentino celebra nei versi che custodisce i temi fondanti e senza tempo della letteratura universale e tutto ciò che incarna l’eterna ricerca del compromesso tra sé e il mondo: la ricerca della felicità  e l’esperienza del dolore, l’amicizia e il tradimento, l’amore e la morte.
Restano misteriose le strade attraverso le quali il manoscritto, tra le mani di ignoti proprietari o mercanti, ha attraversato una cosଠampia parte d’Europa per giungere in Toscana, e non è chiaro quanti lଠfossero in grado di apprezzare la straordinaria caratura dei versi di cui esso è scrigno.
La storia del codice non è nota fino a quando non ne compare menzione, intorno alla metà  del XVIII secolo, in un catalogo del fondo magliabechiano, poi confluito nella Biblioteca Nazionale di Firenze.

Maria Rita Digilio insegna Filologia germanica all’Università  di Siena.
Si occupa di linguistica e filologia del sassone antico, dell’anglosassone e dell’alto tedesco antico (secc. IX-XI), studiandone testi poetici e in prosa, con un interesse marcato per il dato manoscritto, la costruzione sintattica e il lessico (Thesaurus dei saxonica minora, Artemide, 2008).
A questi interessi si è aggiunto in anni pi๠recenti lo studio della letteratura cortese medievale e delle riscritture di testi germanici medievali in autori moderni (Th. Mann, Borges).