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Femmineo eterno

36,00

Quarant’anni di germanistica dalla parte di lei

di Lia Secci

Roma, 2015, formato cm 15×21, pag. 512

ISBN: 9788875751852
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COD: 9788875751852 Categorie: ,

Descrizione

Il volume raccoglie trentaquattro saggi scritti tra il 1974 e il 2012. I saggi testimoniano una militanza socio-politica – mai disgiunta da un rigoroso impegno scientifico – nata negli anni del movimento di liberazione delle donne e contemporanea agli analoghi studi di germaniste tedesche e statunitensi. Comune denominatore è la problematica dell’emancipazione femminile, sia che se ne ricerchino le radici storiche in Germania, sia che si rendano note scrittrici ignorate o sottovalutate nelle storie letterarie: com’è il caso di Dorothea Mendelssohn Veit Schlegel, delle autrici del Vormärz e di quelle attive durante la rivoluzione del 1848. Vengono messi in luce aspetti particolari delle posizioni femministe, come quelli trattati dalle scrittrici della ex RDT. Ma non solo: la ricerca viene orientata anche sull’ideologia del ‘femminile’ che si manifesta negli scritti di autori importanti come Nietzsche e Wedekind. L’indagine prosegue fino ai giorni nostri, con la lettura dei testi teatrali di Elfriede Jelinek, da cui risulta che dopo tanti anni di lotta la meta finale è tuttora lontana.

Lia Secci ha insegnato Letteratura Italiana presso l’Università  di Heidelberg e Letteratura Tedesca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia delle Università di Perugia e di Roma “Tor Vergata”. I suoi studi e le sue pubblicazioni riguardano in particolare il teatro tedesco espressionista, l’opera di Heine, la ricezione di Wagner, la problematica dell’emancipazione femminile nella letteratura tedesca dal ‘700 a oggi, il teatro contemporaneo di lingua tedesca con particolare riguardo alla produzione di Elfriede Jelinek, i Singspiele di Goethe, la letteratura interculturale.
Ha tradotto dal tedesco numerosi libri, tra cui Il tamburo di latta di Gunter Grass, Gli dèi in esilio di Heinrich Heine, l’antologia Il teatro dell’Espressionismo, Franziska di Frank Wedekind, il teatro di Oskar Kokoschka.